Sarò stato sfortunato io ma la mia esperienza con la scuola italiana è stata disastrosa. In particolare al liceo scientifico i professori sembravano avere come fine ultimo l’esaltazione dello statalismo e di tutto quello che ne consegue. Il mantra del mio spocchiosissimo e barbuto professore di storia e filosofia (un cliché ambulante) era sempre e solo uno: il mercato lasciato da solo è portato al fallimento. Fortunatamente, come diceva quello famoso, non ho mai lasciato che la scuola interferisse con la mia istruzione.
Tuttavia, come è normale che sia di conseguenza, mi son portato dietro molte vergognose lacune,. Lacune che da allora provo a colmare, sperando che la scuola svizzera che mio figlio tra qualche anno frequenterà sia almeno un pochino migliore dell’indottrinatificio italiano. Liberali e non. Percorsi di storia del pensiero politico di Carlo Lottieri è un magnifico volume che colma molti buchi, un libro scolastico nell’accezione più bella e positiva; un gran bel libro utile.
La struttura del libro è molto interessante: vengono presentati due pensatori dello stesso periodo per ogni capitolo; uno, appunto, liberale e uno non. Lo stile della scrittura non è pedante e si legge con molto piacere. Proseguendo nei capitoli (tra i vari Locke e Hobbes, Montesquieu e Rousseau, Jefferson e Hamilton, Cattaneo e Mazzini, Leoni e Schmitt) ci si addentra nei secoli del pensiero liberale e dei suoi antagonisti e si comprende come la fiaccola della libertà, di quell’idea di libertà che non vuole essere sottomessa al Leviatano, sia tenacemente presente nel corso della storia. Fiaccola che in certi periodi brilla di più e in certi sembra quasi spenta dal senso comune che vuole lo stato elevarsi nei confronti dei piccoli interessi individuali.
La sensazione che ne ho tratto io leggendo questo libro è che, in fin dei conti, c’è ancora speranza. Le idee di meno stato e più libertà e responsabilità individuale saranno anche minoritarie, insignificanti e dileggiate ma resistono. Semi che nei secoli hanno dato parecchi frutti e che all’occorrenza possono sempre restare in forma di semi in attesa di tempi migliori. La storia del pensiero liberale è un po’ la storia di un residuo nockiano che di tanto in tanto ha successo.
Un bel libro, magari da regalare per questo natale. Unica nota negativa: non c’è la versione digitale.